skip to Main Content

MALA’NDRINE

Data: 19/07/2018
Ora: 21:15 - 23:15


giovedì 19 luglio – ore 21.15

#INRICORDODIPAOLO quando il teatro si fa civile

MALA’NDRINE

anche i Re Magi erano della ‘ndrangheta

con FRANCESCO FORGIONE e PIETRO SPARACINO

“MALA’NDRINE Anche i Re Magi sono della ‘Ndrangheta”nato da un’idea di Francesco Forgione, scritto a sei mani con Bartolo
Scifo e Pietro Sparacino, per la regia di Pietro Sparacino. Lo spettacolo è inserito nel programma Culturèducazione ideato dal Comune con il Teatro di Pisa, per parlare al grande pubblico di grandi temi educativi, il vero, il bene, il bello,i molti talenti e la diversità, e come e quanto la consapevolezza di questi temi e della loro effettiva praticabilità possa avere un impatto straordinario sulla crescita dei più piccoli, della comunità nel complesso, e persino dell’economia. Lo spettacolo, realizzato nell’ambito del Premio Nazionale ‘Borsellino’ ed è dal Premio stesso prodotto, narra, racconta e analizza il fenomeno della ‘ndrangheta dalle sue origini ai giorni nostri utilizzando un linguaggio che mescola ironia, sarcasmo e denuncia. Nato da un’idea di Francesco Forgione, ex presidente della Commissione parlamentare antimafia (sua la prima relazione sulla ‘Ndrangheta), riuscitissimo attore sebbene non di mestiere, sostenuto sul palco da un professionista, il siciliano Pietro Sparacino, lo spettacolo è leggero, ironico, a tratti sarcastico ma anche rigoroso ed efficace nel suo obiettivo: sintetizzare tutto il sapere che abbiamo sulla mafia calabrese, ormai la più potente. Tutto da vedere, per rendersi conto dell’ampiezza e profondità di sguardo che offre sul fenomeno, testimoniati dal
grande successo riscosso nelle altre tappe italiane. L’appuntamento pisano è particolarmente speciale. Francesco Forgione e Marilù Chiofalo, assessore del Comune di Pisa, hanno voluto dedicarlo a Andrea Caridi, direttore del Servizio centrale di protezione dei testimoni di giustizia, presso il Ministero dell’Interno, scomparso improvvisamente pochi mesi fa. Caridi era nato a Reggio Calabria ed era stato a lungo investigatore a Palermo, e dirigente superiore della Polizia di Stato; dal 2015 era il capo del Servizio centrale di protezione, la struttura che si occupa della protezione riservata a testimoni e collaboratori di giustizia, più di 6000 da gestire tramite attività di estrema delicatezza e complessità “a fari spenti”; e al tempo stesso con la massima trasparenza, tra i quali – come amava ricordare -moltissimi minori restituiti ad una vita di normalità e sottratti alla criminalità organizzata. Un poliziotto molto amato dai colleghi per la sua sensibilità nella vita professionale e in quella privata.

Back To Top