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IL DERVISCIO DI BUKHARA

Data: 23/07/2023
Ora: 21:00 - 22:00


#orienteoccidente

Baglio Di Stefano, Gibellina

 

Teatro, danza, musica sufi

Testo e regia di Alberto Samonà 

Musiche di Tito Rinesi & Ensemble Dargah:
Pino Grassini, Flavio Spotti, Renè “Raschid” Scheier

Teatro e narrazioni
Stefania Blandeburgo e Davide Colnaghi

Danze sufi e persiane
Amal Oursana, Grazia Cernuto 

 

 

PRIMA NAZIONALE

 

Uno spettacolo che conduce fra le magie dell’Oriente e dell’Asia: “Il derviscio di Bukhara” è un viaggio che, attraverso narrazione, musica e danze sufi, permette al pubblico di incontrare la spiritualità dei dervisci, di cui Bukhara, città nel cuore dell’Asia Centrale, fu in vari periodi uno dei centri più importanti.

Opera scritta da Alberto Samonà, tra simboli, racconti e analogie proprie del Sufismo, “Il derviscio di Bukhara” è un invito alla ricerca interiore e alla scoperta di un universo di possibilità che si dischiudono man mano che la narrazione prosegue, con le danze e la musica sufi che accompagnano gli spettatori in una dimensione nuova, ancorché antica di secoli. È un incontro con se stessi, che diviene possibile a partire da una storia ambientata nella città di Bukhara, nota per la sua collocazione geografica sulla “Via della Seta” e dunque, nel tempo, meta di viaggiatori che attraversavano vasti territori su questa rotta che congiungeva Oriente e Occidente.

Al centro della vicenda narrata, l’arte dei tappeti e della loro tessitura, che in questi luoghi si tramanda pressoché immutata da sempre e che schiude alla conoscenza di una antica tradizione giunta fino a noi.
Tra i riferimenti e le fonti a cui si ispira lo spettacolo, l’antica sapienza persiana e asiatica, che si esprime anche in alcune fiabe tradizionali orientali, fra cui la storia di “Leyla e Majnun” di Nizami Ganjavi. Il testo è, inoltre, arricchito anche dall’inserimento di alcune storie della tradizione del Sufismo tramandate nei secoli e giunte fino a noi.

Le armonie musicali e i canti sufi, patrimonio dei dervisci, accompagnano sovente il sacro rito dello zhikr e le danze danno la possibilità di scoprire un universo Sacro che congiunge il nostro piano con quello Divino. Allo stesso modo, il ritmo della voce completa l’opera in una “circolarità rituale”, che lo spettacolo mette in evidenza. “Il derviscio di Bukhara” può, dunque, essere considerato come un gesto di ringraziamento, di armonia con il piano universale, che avviene mediante la parola, il suono e il movimento. Ed è anche un momento di incontro fra Oriente e Occidente, nel quale la Sicilia assume un ruolo privilegiato, per la propria posizione geografica al centro del Mediterraneo che l’ha resa, nella storia, crocevia e culla di saperi.
In scena gli attori Stefania Blandeburgo e Davide Colnaghi. Musica e canti sufi con Tito Rinesi & Ensemble Dargah: Tito Rinesi (voce, tamburo a cornice, saz), Piero Grassini (oud e voce), Renè “Raschid” Scheier (flauto ney) e Flavio Spotti (percussioni e voce). Danze dei dervisci con Amal Oursana e Grazia Cernuto

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