Shay Frisch Peri (Petach-Tikva, Israele, 1963; vive e lavora a Roma) ha studiato Industrial Design all’Accademia di Belle Arti Bezalel di Gerusalemme e allo IED di Milano, prima di conseguire un master alla  Domus Academy sotto la guida di Andrea Branzi. Con il suo progetto post-laurea si aggiudica il primo posto al concorso internazionale di design Frogjunior, promosso dal noto studio Frogdesign.
Nel 1993 si stabilisce a Roma e apre uno studio di progettazione che negli anni ha realizzato molteplici progetti in varie parti del mondo. Nel 1995, invitato da Plinio De Martiis, espone per la prima volta nell’ambito di una mostra d’arte con la Galleria La Tartaruga. Per l’occasione espone oggetti di uso quotidiano, abbinando tecnologia a riti e gestualità di passata memoria. Al contempo, in qualità di co-inventore e progettista, espone anche un sistema innovativo nel campo delle tecnologie ambientali per il disinquinamento delle acque richiamando alla necessità di una nuova meta-progettualità.
Il quel periodo la sua ricerca si è focalizzata sull’obiettivo di favorire il rapporto dell’uomo con le nuove tecnologie, sperimentando un linguaggio esperienziale che le ancori ad un “codice atavico” di riferimenti culturali.
Verso la fine degli anni Novanta inizia la sua ricerca sui campi elettrici per arrivare a maturare, un decennio più tardi, un linguaggio personale basato sul principio delle connessioni attraverso l’utilizzo di un modulo conduttore di corrente elettrica.

La pratica di Frisch indaga il tema dell’energia attraverso opere denominate campo, che sfruttano il passaggio dell’elettricità per generare un campo elettromagnetico che permea lo spazio circostante. Frisch costruisce i suoi campi elettrici mediante l’assemblaggio sequenziale di adattatori di uso comune; conduttori di corrente elettrica imbrigliati all’interno di ripetizioni modulari e trasformati dall’elettricità in una materia viva, pulsante. La luce nelle sue opere rivela la carica elettrica che vi è incorporata, a testimonianza del fenomeno in atto e della natura interiore del campo, ardente e primordiale. I suoi monocromi sono caratterizzati da forme geometriche primarie, proporzioni matematiche, segni essenziali e archetipici, spesso di origine arcaica; opere ed installazioni che si rivolgono all’inconscio collettivo (inferiore) di una rilevante valenza immateriale e al contempo di un forte impatto visivo. Il rapporto con lo spazio espositivo e l’uso delle forme sono volti a favorire il potenziale evocativo del campo e la contemplazione.

I titoli di tutte le sue opere sono una descrizione tecnica codificata dell’opera stessa: la combinazione del termine campo (elettrico) seguito da un codice alfanumerico composto dal numero dei componenti utilizzati e da una lettera che ne indica il colore. Lo stesso principio vale per le mostre personali, i cui titoli sono ricavati dalla somma dei componenti di tutte le opere in esposizione.

I lavori di Shay Frisch Peri sono stati esposti in vari musei e fondazioni in Italia e all’estero. Nel 2013 la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma ha dedicato una grande mostra personale al suo lavoro, curata da Achille Bonito Oliva.

Tra le altre sue mostre personali: Riso Museo d’Arte Moderna e Contemporanea della Sicilia (2020 – doppia personale con l’artista francese Christian Boltanski); MACRO, Museo di Arte Contemporanea Roma (2019); Reggia di Caserta (2018); ZAC – Zisa Arti Contemporanee, Palermo (2018); MAC, Museo de Arte Contemporàneo, Lima (2017); Fondazione San Fedele, Milano (2017); MAC, Museo de Arte Contemporàneo, Santiago del Cile (2016); CIAC, Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea, Castello Colonna, Genazzano (per EXPO 2015); Herzliya Museum of Contemporary Art, Israele (2011).

Ha partecipato due volte all’Esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia: alla 59a edizione (Undigital, padiglione della Repubblica del Camerun, 2022) e alla 57a edizione (Modus, 2017). Inoltre ha partecipato a tre edizioni della Bienal de Curitiba in Brasile, esponendo le sue opere al MON Museu Oscar Niemeyer, (2019, 2017, 2015); alla Bienal del Fin del Mundo a Valparaiso, Cile (2015) e Mar del Plata, Argentina (2014); a Spoleto Festival dei Due Mondi, Spoleto (2012). Nel 2012 espone per la prima volta negli USA, alla galleria Haunch of Venison di New York.

Il suo lavoro è presente in varie collezioni pubbliche e private italiane, tra cui la collezione permanente della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma; Riso Museo d’Arte Moderna e Contemporanea della Sicilia, Palermo; la Certosa di S. Lorenzo in Padula; MAC Museo d’Arte Contemporanea, Gibellina, Sicilia; Museo d’Arte Contemporanea Bilotti, Castello di Rende, Calabria.

Mostre personali

2020
– Christian Boltanski – Shay Frisch, Riso – Museo di Arte Moderna e Contemporanea della Sicilia;

2019
– campo 60298_N, MACRO Museo di Arte Contemporanea Roma;

2018
– campo 123481_B/N a cura di Achille Bonito Oliva, ZAC – Zisa Arti Contemporanee, Museo di Arte Contemporanea Palermo, Sicilia;

2017
– campo 47283_B/N+1 a cura di Massimo Scaringella, MAC – Museo de Arte Contemporàneo Lima, Perù;
– campo 37586_B/N a cura di Andrea Dall’Asta SJ e Dorothee Mack, Galleria San Fedele, Fondazione San Fedele, Milano;

2016
– campo 47283_B/N a cura di Massimo Scaringella, MAC – Museo de Arte Contemporàneo Santiago del Cile, Cile;
– campo 12804_N presentata da Claudio Strinati, Basilica di Santa Maria in Montesanto (detta Chiesa degli Artisti) Piazza del Popolo, Roma;

2015
– campo 54338_B/N a cura di Achille Bonito Oliva (nell’ambito del progetto “L’Albero della Cuccagna” per Expo 2015) CIAC – Centro Internazionale per l’Arte Contemporanea, Castello Colonna, Genazzano;

2013
– campo 100535_B/N a cura di Achille Bonito Oliva, GNAM – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma;

2012
– campo 4012_N Haunch of Venison, New York;
– campo 10982_N Spoleto 55° Festival dei 2 Mondi, Ex Chiesa di S. Lorenzo Illuminatore, Spoleto.

2011
– campo 82133_N a cura di Achille Bonito Oliva, Museo di Arte Contemporanea Herzliya, Israele.

Mostre collettive (selezione)

2022
– L’Ultimo Doge – a cura di Marco di Capua, Musei di San Salvatore in Lauro, Roma, a Palazzo Bonacossi, Ferrara e al Vittoriale degli Italiani, Gardone Riviera;
– 59° Biennale di Venezia – Padiglione Nazionale della Repubblica del Camerun
– Undigital – a cura di Paul Emmanuel Loga Mahop e Sandro Orlandi Stagl, Palazzo Ca’ Bernardo Molon, Venezia
– N Gradi di Separazione – a cura di Michela Becchis, Palazzo Capizucchi, Roma;
– Segni Elementari – a cura di Francesco Carofiglio, Lorenzo Madaro, Brizia Minerva, Alberobello;

2021
– There Is No Place Like Home / Rome – a cura di Giuliana Benassi, Mandrione, Roma;
– Esposizione permanente della collezione – MAC Museo di Arte Contemporanea di Gibellina, Sicilia;

2020
– The Milky Way – Galleria Franco Noero, Torino;

2019
– Oro d’Italia Galleria Casoli De Luca, Roma;
– Spring Show Espace Meyer Zafra, Parigi;

2018
– Relazioni Estetiche a cura di Massimo Scaringella, Reggia di Caserta, Caserta;
– Art.Mo, FUGAZ, Callao, Perù;

2017
– Bienal de Curitiba a cura di Massimo Scaringella, MON – Museu Oscar Niemeyer, Curitiba, Brasile;
– Visual Perception – Galleria Ravizza Brownfield, Honolulu, U.S.A.;
– 57° Biennale di Venezia – Modus – a cura di Martina Cavallarin e Eleonora Frattarolo, Palazzo Ca’ Faccanon, Venezia;

2016
Visioni Contemporanee – Pensiero e Materia a cura di Alessandro Demma, IGAV – Istituto Garuzzo per le Arti Visive, Certosa di San Giacomo (Polo Museale della regione Campania) Capri;
– Energheia Galleria Beaarte, Roma;
– Breve storia della Galleria Galleria Allegra Ravizza, Lugano, Svizzera;

2015
– Bienal de Curitiba a cura di Teixeira Coelho, Museo Andersen, Curitiba, Brasile;
– campo 1886 B, Collezione permanente, Museo di Arte Contemporanea di Spoleto – Palazzo Collicola, Spoleto; – Bienal del Fin del Mundo a cura di Massimo Scaringella, Parque Cultural de Valparaiso, Valparaiso, Cile;

2014
– Bienal del Fin del Mundo a cura di Massimo Scaringella, Plaza del’Agua, Mar Del Plata, Argentina;
– Chiamata a Raccolta a cura di Roberto Festi, MART Museo d’Arte Contemporanea di Trento e Rovereto – Galleria Civica, Trento;

2013
– Israel Now a cura di Micol Di Veroli, MACRO Museo d’Arte Contemporanea, Roma;

2012
– Intrecci a cura di A. Bonito Oliva, Fondazione Orestiadi, Gibellina;
Quadratonomade a cura di D.Pinocci, D.Giordano e S.Martinelli, Palazzo delle Esposizioni, Roma;

2011
– World a cura di L. Beatrice, Galleria Ermanno Tedeschi, Tel Aviv;

2010
– Trasparenze a cura di L. Cherubini, Museo MADRE, Napoli e Museo MACRO, Roma;

2009
Constellation a cura di M. Ben-Moshe, Galleria Ermanno Tedeschi, Roma;
– 1° Aprile, Galleria Cesare Manzo, Roma;
– Campolungo a cura di V. Coen, Complesso del Vittoriano, Roma;

2008
– Adotta un Disegno a cura di S. Casoli e E. Geuna, Complesso del Vittoriano, Roma – Palazzo Ducale, Genova – Palazzo della Regione, Torino – Museo Marini, Firenze;
– Fresco Bosco a cura di A. Bonito Oliva, Certosa di S. Lorenzo in Padula;

2000
Conversione di Saulo a cura di S. Sarra, Palazzo Odescalchi, Roma;

1999
– 1° Biennale dei Parchi Nazionali – Arte e Natura a cura di A. Bonito Oliva, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma;

1997
– La Festa dell’Arte a cura di L. Pratesi e A. Borghese, Ex Mattatoio, Roma;
– Oasi Mediteranea a cura di A. Bonito Oliva, Palazzo delle Esposizioni, Roma;

1995
– 5 Personali a cura di Plinio De Martiis, Galleria La Tartaruga, Castelluccio di Pienza; – Riciclart a cura di G. Stella e M. Veller, Ex Mattatoio, Roma;