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INTRODUZIONE

L’edizione XXXVI delle Orestiadi di Gibellina inizia il 15 luglio per concludersi il 12 agosto, un mese intero di programmazione dedicato, come di consueto, al teatro, alla musica e alla danza contemporanea.

Una programmazione adatta a un pubblico molto trasversale, e che quest’anno conta molto sulla presenza di una generazione giovane di spettatori. Sono 19 spettacoli, con ben 4 prime nazionali, che rispettano la nostra osservazione sul contemporaneo e sulla contaminazione dei linguaggi espressivi. In questa edizione il teatro e la musica esprimono un forte sodalizio, e le Orestiadi XXXVI vivono di una forte ricerca autoriale con progetti specifici degli artisti che raccontano di un campo di indagine non affrettato e necessario. Le Orestiadi in questo fronte resistono e segnano un confine per noi invalicabile ma che trova sempre nuova vitalità grazie alla partecipazione di artisti e di ensemble storici, molto conosciute e apprezzate all’estero oltre che in Italia, insieme a compagnie giovani cui diamo, come sempre e ben volentieri, la possibilità di presentare i loro lavori in un festival prestigioso.

Oltre gli appuntamenti performativi, sono molte le iniziative collaterali di cui il pubblico potrà godere, che rendono il nostro festival un luogo speciale da raggiungere, e di cui diamo menzione nei nostri materiali di promozione. Sono frutto di collaborazioni storiche e nuove, alcune delle vere e proprie novità, ma che toccano gli aspetti poliedrici della nostra attività, che da sempre toccano oltre che il teatro, la danza e la musica, anche la letteratura, il cinema, la poesia e le arti visive. Un lavoro che non si limita al mese delle Orestiadi a Gibellina, ma che copre tutto l’anno e in numerosi spazi e città, con mostre e incontri che rendono la nostra presenza su un vasto territorio un’esperienza di lavoro unica e irripetibile. Una complessità la nostra, a cui non vogliamo rinunciare nonostante le crescenti difficoltà, e che proprio in essa trova la sua principale ricchezza. Vi aspettiamo, come sempre numerosi, nel nostro Baglio Di Stefano, ai piedi della Montagna di sale di Paladino, che ritorna al suo originario splendore, in quello che ormai da molto tempo chiamiamo il nostro giardino dei poeti, un giardino che da sempre regala forti emozioni e grande ricchezza per l’anima.

Claudio Collovà

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