Data: 26/07/2025
Ora: 19:30


#peramoredell’arte
L’ARTE SI RACCONTA – IL RACCONTO DELL’ARTE

26 luglio dalle ore 19,30 – Baglio di Stefano

 

IL CORPO DELLA LOTTA
performance site specific ispirata a Camille Claudel

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tratta dallo spettacolo L’ESTASI DELLA LOTTA
progetto di CARLOTTA VISCOVO
con CARLOTTA VISCOVO
e lo scultore ETTORE GRECO
drammaturgia ANGELA DEMATTE’

supervisione dei movimenti ALESSANDRA CRISTIANI
dramaturgia ALICE SINIGAGLIA|
progetto sonoro MARCO MANTOVANI
supervisione ai costumi MARGHERITA BALDONI

una co-produzione TrentoSpettacoli | Elsinor Centro di Produzione Teatrale |  LAC Lugano Arte Cultura
con il sostegno di Qui e Ora Residenza Teatrale _ Campsirago Residenza_Festival Il Giardino delle Esperidi

 

“L’artista Camille Claudel abita in me dal 2004, da quando ho visto le sue opere a Parigi. Da quel momento ho desiderato raccontarla, per toglierle il suo ruolo di vittima paranoica e di amante abbandonata. Volevo rendere onore alla sua opera. Colpita dalla forza delle sue sculture sentivo l’esigenza di indagarne la forma attraverso il mio corpo, per coglierne profondamente la pulsione e la potenza.

Nel 2011 ho conosciuto a Padova lo scultore Ettore Greco, grande esperto dell’opera e delle vite di Rodin e Claudel, e il desiderio di raccontare Camille è tornato prepotente.

Nello svolgersi del mio percorso artistico, accompagnato da un impegno sindacale attivo fuori dalla scena, per le rivendicazioni dei diritti degli artisti, oggi credo di capire che ciò che voglio veramente dire e difendere non può che arrivare dal profondo silenzio, dal corpo. Ma la lotta è pur necessaria. La fragilità dell’artista va protetta e difesa. Il caos che le contraddizioni dell’umano provocano nell’ordine della società può essere assunto con amorevolezza e senza panico solo attraverso l’arte. ” Carlotta Viscovo

Il legame tra movimento corporeo e scultura, tra vita e arte, è centrale nel lavoro e nel rapporto tra Camille Claudel e il suo maestro Auguste Rodin. La scultura è mestiere da imparare e libertà creativa da mettere in atto.

Camille Claudel si concede come modella e amante ad Auguste Rodin, ma vuole anche essere riconosciuta come sua collega. L’attrice si pone in scena come opera d’arte e artista. Entrambe vogliono essere creature, creazioni e creatrici.

Da creatura desiderata a creatrice desiderante.

In uno spazio diverso con cui fare i conti ogni volta – da un luogo all’aperto in mezzo alla Natura a una sala museale, da uno spazio urbano all’interno di una chiesa – c’è il corpo della performer che si fa scultura e che dialoga con la scultura, mentre lo scultore disegna o modella la creta ispirato da ciò che accade.

Dietro e insieme a questo, le parole di un personaggio che indaga qual è il rapporto tra corpo e protesta, tra la dimensione intima e il ruolo politico dell’artista, tra l’arte e il mercato, l’ambizione e l’autosabotaggio.

Il compromesso è tra idea e materia e tra desiderio dell’artista e sistema del mondo in cui l’artista lavora. È un compromesso sempre drammatico, che Camille Claudel ha vissuto, a un certo punto, come impossibile da gestire.  Indaghiamo il suo dramma per indagare il nostro.